Passione

Aforismi

I cani inviarono ambasciatori a Giove

I cani, una volta, inviarono ambasciatori a Giove con la preghiera di avere una vita migliore e di essere sottratti ai maltrattamenti degli uomini, che davano loro pane impastato di crusca, e così essi dovevano soddisfare la fame, grandissima, con le sozzure più schifose.
Gli ambasciatori partirono a passo veloce.
Mentre rovistavano tra lo sterco fiutando in cerca di cibo, furono convocati in udienza, ma non risposero.
Alla fine Mercurio, sia pure a stento, li trovò e li condusse con sé tutti turbati.
Quando essi videro il sembiante del grande Giove, per la paura cacarono, ve lo assicuro, in tutta la reggia; ne uscirono fuori cacciati a bastonate.
Il grande Giove vietò che fossero congedati.
I cani, meravigliati che i loro ambasciatori non facessero ritorno, pensando che avessero commesso qualcosa di vergognoso, dopo un po' di tempo disposero che ne fossero nominati altri.

Voci resero noto quel che avevano combinato gli ambasciatori precedenti.
Temendo che capitasse di nuovo una cosa simile, riempiono, anzi inzeppano di profumo l'ano dei cani.
Danno loro le istruzioni e subito li fanno partire.
Arrivano.
Chiedono udienza e subito la ottengono.
Poi l'altissimo padre degli dèi si assise e scosse il fulmine: tutto prese a tremare.
I cani, per il fragore propagatosi all'improvviso, cacano d'un tratto profumo misto a merda.
Tutti gridano che bisogna vendicare l'offesa.
Prima di punirli, Giove parlò così:

- Non è da re non congedare gli ambasciatori, e non è difficile imporre pene alla colpa; voi tuttavia riceverete questa ricompensa, secondo il seguente verdetto:
Non vieto che li si congedi, ma voglio che siano tormentati dalla fame, perché possano trattenere il loro ventre.
Quanto a quelli che hanno inviato voi tanto incontinenti, non si libereranno mai dai maltrattamenti dell'uomo.


Ecco perché i loro discendenti aspettano ancora gli ambasciatori e chi vede arrivare un nuovo cane, gli annusa il culo.